Nel Roero, tra i 5 e i 2 milioni di anni fa, c’era il mare. Durante il Pliocene i terreni dove germogliano i tralci si sono formati per la sedimentazione di detriti sul fondale marino e ancora oggi, tra i filari del Roero, si possono trovare conchiglie e resti fossili. Il mare del Pliocene ha lasciato in eredità una grande ricchezza geologica sulle colline del Roero, incidendo sulle tipologie del suolo: marne calcaree che si differenziano a seconda dell’era geologica. Tutti i terreni di questo tipo sono molto adatti alla coltivazione della vite.
Vigne e vino, ma anche boschi, campi, noccioleti, prati: tutto questo è Roero. Un territorio dove il valore della biodiversità è una ricchezza unica. I boschi custodiscono alberi pregiati, fiori e rare specie di orchidee selvatiche. Sono la “casa” di tanti animali selvatici: caprioli, volpi, scoiattoli, tassi, ricci, gufi e numerose altre varietà di uccelli. I boschi del Roero sono anche conosciuti per la raccolta del Tuber Magnatum Pico , il tartufo bianco d’Alba, fungo sotterraneo profumato e ricercatissimo in tutto il mondo.
Le colline dove Antica Cascina dei Conti di Roero produce i suoi vini, dal 2014, sono entrate nel patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Un riconoscimento alla bellezza del paesaggio padre di grandi vini ma non solo. L’Unesco ha riconosciuto il valore di “paesaggio culturale”, risultato dell’azione combinata della natura e del lavoro sapiente di uomini e donne che nei secoli hanno preservato le colline coltivando la vite e producendo vino. Un vero e proprio “patrimonio umano”.